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La bambina che non sapeva odiare
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“Quando vado da Mengele vengo addormentata, per cui quando esco non ricordo esattamente cosa sia accaduto. Mi sveglio ed è il mio corpo a parlare e a raccontarmi.” Lidia Maksymowicz aveva tre anni quando è entrata assieme a sua madre nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. E per venticinque mesi è sopravvissuta in quell’inferno, nella baracca dei bambini: una delle piccole “cavie” degli esperimenti di Mengele. I genitori di Lidia, cattolici, fin dai primi giorni erano entrati nella Resistenza bielorussa: due ragazzi, con una bambina piccola, che avevano deciso di scappare nei boschi e di opporsi alla barbarie nazista. I boschi della Bielorussia sono l’ultima luce che Lidia ricordi, prima del buio di Auschwitz. “Nella baracca non ci sono parole. Regna sempre uno strano silenzio. Non ci sono pianti, né capricci. Non c’è nulla. Siamo bambini senza voce” scrive l’autrice, che dopo essere uscita dall’incubo e aver miracolosamente ritrovato sua madre ha dedicato la sua vita a far sentire quella voce. E a gridare: mai più.
EAN: | 9788828208303 |
Autore: | Maksymowicz Lidia |
Editore: | Solferino |
Collana: | NARRATIVA, BIOGRAFIE E STORIE VERE |
Tipologia di prodotto: | Libro |
Dimensioni e peso: | 120 x 240 x 10 mm 650 g |
Generi: | narrativa |
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