Germania, 1942. Appena fuori Monaco, i prati in primavera si riempiono di fori di campo che, dolcemente, ondeggiano sotto il soffo pigro del vento. Gli occhi di Ilse si riempiono di lacrime davanti a questo paesaggio, che sembra non essere cambiato da quando, da bambina, passava le estati lì. È sempre più convinta di aver preso la decisione giusta abbandonando Monaco per rifugiarsi nella casa di famiglia, insieme ai sei fgli. Qui l’ombra della guerra, delle divise e delle bombe, sembra non essere ancora arrivata. Pensa che siano al sicuro, fno a quando giunge al villaggio un bambino sporco e denutrito. Ilse si accorge che è un ebreo e sa che, dandogli un rifugio, si schiererebbe contro il regime. Eppure non esita un istante a prenderlo con sé, trattandolo come un fglio suo per proteggerlo. Lei, che ha vissuto una vita diffcile, riconosce chi porta le sue stesse ferite. Ma i suoni degli spari e delle esplosioni si avvicinano ogni giorno di più. Lo sanno bene soprattutto le fglie, i suoi piccoli boccioli: Margot, la fglia maggiore, rinuncia a suonare il pianoforte per occuparsi dei fratelli e dell’orfanotrofo; Betina deve andare sola in convento; e Violetta, che sogna le avventure, viene derisa dai fratelli. Tutte loro hanno dei sogni. E sono decise a non arrendersi, nonostante fuori infuria una battaglia che sembra senza fne. Perché anche nei posti più angusti i fori possono sbocciare.