I gabbiani a Rimini non urlano mai. In nessunastagione dell’anno, neanche quando Sandro torna acasa dopo aver vissuto per anni a Milano, e trova suopadre con la testa sempre più dura. Neanche quandopassano i mesi e si accorge di essere rimasto lì con lui,a guardare il mare dalla terrazza, facendo un vecchiogioco: dove vorresti essere con un milione di euro inpiù e parecchi anni in meno?Da giovane Nando Pagliarani aveva il torace danuotatore e i baf� a sparviero. Ha lavorato sui busturistici, fatto il ferroviere, posseduto il bar America,ma l’unica voce che dovrebbe �gurare sul suodocumento d’identità è: ballerino. Perché lui e suamoglie hanno ballato come diavoli, in tutte lecompetizioni della Riviera romagnola. Ballavano pervincere.Anche a Sandro piace vincere, è una malattia difamiglia. Ma la sua sala da ballo è molto più pericolosa.Le prime volte al tavolo lui era il tizio nuovo, quello daspennare, poi è diventato lo sbarbato da tenered’occhio. Quel che è certo è che prima aveva un lavorostabile e programmava con Giulia viaggi e futuro. Eadesso? Cos’è rimasto a Sandro, che voleva averetutto? Chi si �da più di uno che crede nei cuori, negliassi, nei bluff, quasi ci fosse scritto il proprio destino?Se Fedeltà raccontava l’incrinatura nello specchiodavanti al quale speriamo di riconoscerci ognimattina, ora quella crepa s’insinua più in profondità.Marco Missiroli �rma il suo romanzo più bello,raccontando in modo perfetto la febbre di un giovaneuomo pieno di slanci e difetti, di una città di provinciache vive alla grande solo una stagione all’anno, di unafamiglia strepitosa arsa dall’amore e dalla smania